sabato 27 Luglio 2024

“La Pillola” post Sorrento🆚Potenza

DI ALFONSO PECORARO

Vincere col Sorrento avrebbe significato avvicinare sensibilmente la quota salvezza e, magari, vantare anche qualche piccola speranza extra. Non aver vinto – in maniera ingenua, con alcune responsabilità che elencherò a breve – inevitabilmente fa convincere tutti che proprio il raggiungimento della fatidica quota 41-42 è davvero l’unica cosa possibile. E conta raggiungerla nel minor tempo possibile. Ma a patto e condizione che non si continuino a disperdere occasioni per strada.

Anche la sfida contro i costieri (giocata in casa, ricordiamocelo) non è servita alla squadra lucana per fare quel salto di qualità che in tanti (e ormai per 29 partite) abbiamo cercato invano finora. Quando arriva quel momento lì, inevitabilmente qualcosa va storto. E andare a sfidare il Benevento (oltretutto senza Volpe) arrivando da due vittorie di seguito contro avversarie da playoff (guardare la classifica di Giugliano e Sorrento) sarebbe stata davvero un’altra storia e avrebbe potuto indicarci altre prospettive. Invece no, questa stagione è andata così e ci auguriamo che finisca prima possibile con il tanto auspicato traguardo minimo stagionale – senza altri patemi. In questa logica, e solo in questa, ci può anche stare di prendere un punto “in trasferta” contro una buona avversaria.

Però, la speranza è che di qui alla fine venga fuori una squadra che sappia essere anche “sporca”, che non si specchi nel risultato o nella prestazione della partita precedente, che sappia adattarsi agli avversari, ma che soprattutto non perda mai la possibilità di crearsi una propria identità. Non scriverò troppo per parafrasi: oggi questa squadra ha dei leader dei quali non può fare a meno. Schiattarella è un caso emblematico: quando non c’è o non gira lui, cala il buio e il Potenza non gioca. L’unico in rosa che avrebbe potuto sostituirlo, Laaribi, è stato fatto andare via senza nessun ostacolo e non è stato sostituito.

L’esclusione iniziale di Sbraga e Saporiti ha lasciato perplessi tutti. La lettura delle partite e la gestione delle sostituzioni anche nella sfida di ieri non ci ha convinto. Marchionni la pensa all’opposto, avendo visto a differenza di tutti i presenti, un Potenza Calcio Official migliore nel primo tempo, rispetto al secondo, e una squadra che non ha sofferto nulla in fase difensiva anche negli ultimi istanti del match. Analisi rispettabile, ma assolutamente non condivisibile. Per cui, che dire? Siamo sfortunati e quest’anno con gli allenatori proprio non ci intendiamo. Diamo comunque merito al tecnico che, almeno, dopo la sfuriata post Turris, con l’allenamento sospeso, qualche reazione l’ha avuta. Ma segnali di una vera e propria identità ancora non se ne vedono e il Potenza ogni domenica cambia pelle e faccia con formazioni differenti. Ecco: se cerchiamo la continuità e non la si dà con le scelte, diventa complicato cercare una spiegazione differente da questa e si finisce inevitabilmente con l’essere troppo altalenanti.

Poi, è vero, siamo pure sfortunati: gol preso al 94’ con la Turris, col Sorrento, ko su autorete nell’unica partita che nelle ultime 14 il Monopoli ha vinto, gol sbagliato da Caturano a Teramo al 95’, rete annullata con la Juve Stabia, traversa col Cerignola al 90’. Tanta sfortuna, che diverse volte però ci siamo anche cercati. Ho scritto ricordando vagamente quello che è accaduto.

Una marea di punti gettati al vento e di cose che dovevano andare in un modo e invece hanno girato al contrario e che mi convincono a confermare quello che ho scritto in avvio di questa pillola: l’unica cosa in cui credere e sperare è il raggiungimento di quota 41-42 punti prima possibile. Poi ripartiamo correggendo gli errori (tanti) fatti, salvando ciò che ci sarà da salvare (pochino).

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DI ALFONSO PECORARO

Vincere col Sorrento avrebbe significato avvicinare sensibilmente la quota salvezza e, magari, vantare anche qualche piccola speranza extra. Non aver vinto – in maniera ingenua, con alcune responsabilità che elencherò a breve – inevitabilmente fa convincere tutti che proprio il raggiungimento della fatidica quota 41-42 è davvero l’unica cosa possibile. E conta raggiungerla nel minor tempo possibile. Ma a patto e condizione che non si continuino a disperdere occasioni per strada.

Anche la sfida contro i costieri (giocata in casa, ricordiamocelo) non è servita alla squadra lucana per fare quel salto di qualità che in tanti (e ormai per 29 partite) abbiamo cercato invano finora. Quando arriva quel momento lì, inevitabilmente qualcosa va storto. E andare a sfidare il Benevento (oltretutto senza Volpe) arrivando da due vittorie di seguito contro avversarie da playoff (guardare la classifica di Giugliano e Sorrento) sarebbe stata davvero un’altra storia e avrebbe potuto indicarci altre prospettive. Invece no, questa stagione è andata così e ci auguriamo che finisca prima possibile con il tanto auspicato traguardo minimo stagionale – senza altri patemi. In questa logica, e solo in questa, ci può anche stare di prendere un punto “in trasferta” contro una buona avversaria.

Però, la speranza è che di qui alla fine venga fuori una squadra che sappia essere anche “sporca”, che non si specchi nel risultato o nella prestazione della partita precedente, che sappia adattarsi agli avversari, ma che soprattutto non perda mai la possibilità di crearsi una propria identità. Non scriverò troppo per parafrasi: oggi questa squadra ha dei leader dei quali non può fare a meno. Schiattarella è un caso emblematico: quando non c’è o non gira lui, cala il buio e il Potenza non gioca. L’unico in rosa che avrebbe potuto sostituirlo, Laaribi, è stato fatto andare via senza nessun ostacolo e non è stato sostituito.

L’esclusione iniziale di Sbraga e Saporiti ha lasciato perplessi tutti. La lettura delle partite e la gestione delle sostituzioni anche nella sfida di ieri non ci ha convinto. Marchionni la pensa all’opposto, avendo visto a differenza di tutti i presenti, un Potenza Calcio Official migliore nel primo tempo, rispetto al secondo, e una squadra che non ha sofferto nulla in fase difensiva anche negli ultimi istanti del match. Analisi rispettabile, ma assolutamente non condivisibile. Per cui, che dire? Siamo sfortunati e quest’anno con gli allenatori proprio non ci intendiamo. Diamo comunque merito al tecnico che, almeno, dopo la sfuriata post Turris, con l’allenamento sospeso, qualche reazione l’ha avuta. Ma segnali di una vera e propria identità ancora non se ne vedono e il Potenza ogni domenica cambia pelle e faccia con formazioni differenti. Ecco: se cerchiamo la continuità e non la si dà con le scelte, diventa complicato cercare una spiegazione differente da questa e si finisce inevitabilmente con l’essere troppo altalenanti.

Poi, è vero, siamo pure sfortunati: gol preso al 94’ con la Turris, col Sorrento, ko su autorete nell’unica partita che nelle ultime 14 il Monopoli ha vinto, gol sbagliato da Caturano a Teramo al 95’, rete annullata con la Juve Stabia, traversa col Cerignola al 90’. Tanta sfortuna, che diverse volte però ci siamo anche cercati. Ho scritto ricordando vagamente quello che è accaduto.

Una marea di punti gettati al vento e di cose che dovevano andare in un modo e invece hanno girato al contrario e che mi convincono a confermare quello che ho scritto in avvio di questa pillola: l’unica cosa in cui credere e sperare è il raggiungimento di quota 41-42 punti prima possibile. Poi ripartiamo correggendo gli errori (tanti) fatti, salvando ciò che ci sarà da salvare (pochino).

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Anche la sfida contro i costieri (giocata in casa, ricordiamocelo) non è servita alla squadra lucana per fare quel salto di qualità che in tanti (e ormai per 29 partite) abbiamo cercato invano finora. Quando arriva quel momento lì, inevitabilmente qualcosa va storto. E andare a sfidare il Benevento (oltretutto senza Volpe) arrivando da due vittorie di seguito contro avversarie da playoff (guardare la classifica di Giugliano e Sorrento) sarebbe stata davvero un’altra storia e avrebbe potuto indicarci altre prospettive. Invece no, questa stagione è andata così e ci auguriamo che finisca prima possibile con il tanto auspicato traguardo minimo stagionale – senza altri patemi. In questa logica, e solo in questa, ci può anche stare di prendere un punto “in trasferta” contro una buona avversaria.

Però, la speranza è che di qui alla fine venga fuori una squadra che sappia essere anche “sporca”, che non si specchi nel risultato o nella prestazione della partita precedente, che sappia adattarsi agli avversari, ma che soprattutto non perda mai la possibilità di crearsi una propria identità. Non scriverò troppo per parafrasi: oggi questa squadra ha dei leader dei quali non può fare a meno. Schiattarella è un caso emblematico: quando non c’è o non gira lui, cala il buio e il Potenza non gioca. L’unico in rosa che avrebbe potuto sostituirlo, Laaribi, è stato fatto andare via senza nessun ostacolo e non è stato sostituito.

L’esclusione iniziale di Sbraga e Saporiti ha lasciato perplessi tutti. La lettura delle partite e la gestione delle sostituzioni anche nella sfida di ieri non ci ha convinto. Marchionni la pensa all’opposto, avendo visto a differenza di tutti i presenti, un Potenza Calcio Official migliore nel primo tempo, rispetto al secondo, e una squadra che non ha sofferto nulla in fase difensiva anche negli ultimi istanti del match. Analisi rispettabile, ma assolutamente non condivisibile. Per cui, che dire? Siamo sfortunati e quest’anno con gli allenatori proprio non ci intendiamo. Diamo comunque merito al tecnico che, almeno, dopo la sfuriata post Turris, con l’allenamento sospeso, qualche reazione l’ha avuta. Ma segnali di una vera e propria identità ancora non se ne vedono e il Potenza ogni domenica cambia pelle e faccia con formazioni differenti. Ecco: se cerchiamo la continuità e non la si dà con le scelte, diventa complicato cercare una spiegazione differente da questa e si finisce inevitabilmente con l’essere troppo altalenanti.

Poi, è vero, siamo pure sfortunati: gol preso al 94’ con la Turris, col Sorrento, ko su autorete nell’unica partita che nelle ultime 14 il Monopoli ha vinto, gol sbagliato da Caturano a Teramo al 95’, rete annullata con la Juve Stabia, traversa col Cerignola al 90’. Tanta sfortuna, che diverse volte però ci siamo anche cercati. Ho scritto ricordando vagamente quello che è accaduto.

Una marea di punti gettati al vento e di cose che dovevano andare in un modo e invece hanno girato al contrario e che mi convincono a confermare quello che ho scritto in avvio di questa pillola: l’unica cosa in cui credere e sperare è il raggiungimento di quota 41-42 punti prima possibile. Poi ripartiamo correggendo gli errori (tanti) fatti, salvando ciò che ci sarà da salvare (pochino).

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