venerdì 13 Dicembre 2024

La pillola del giorno dopo di Alfonso Pecoraro
L

Pillola dolce il giorno dopo la prima partita della stagione. Una che contava qualcosa, giocata con troppo anticipo (il 10 agosto) per poter esprimere un giudizio di senso compiuto.

Per cui l’analisi è solo ed esclusivamente legata a una sfida di 90’ nei quali per molto tempo il Potenza ha lasciato l’iniziativa agli avversari ma, ed era quello che più contava, ha lasciato sul match il segno in quel quarto d’ora di fuoco in cui ci sono stati un palo, un gol, un tiro fuori di poco e un’occasione fallita da un metro.

E’ in questo frangente (oltre a quell’incredibile occasione gettata al vento da D’Auria al 1’ della ripresa) che il Potenza ha legittimato il passaggio del turno, iniziando anche a conoscere la sofferenza del doversi difendere, quando gli avversari hanno tenuto il pallino del gioco. Apro una parentesi: ma questa costruzione dal basso? Ne vogliamo parlare? Anche perché prevedo – se l’andazzo è questo – che parecchie domeniche avremo il mal di cuore. Diceva qualcuno che non ricordo chi fosse: “ma so’ ragazzi”.

Il Cerignola ha dimostrato di essere già una squadra a cui manca uno che la mette dentro, il Potenza ha dimostrato di essere sulla strada giusta della costruzione di una identità chiara di gioco. Ma c’è ancora tanto da fare: l’accesso al secondo turno sarà certamente utile per lavorare con serenità e per correggere quelle cose che non sono andate per il verso giusto.

Ma oggettivamente al Potenza non si può chiedere nulla in più rispetto a quanto fatto al debutto, davanti a una cornice di pubblico di quasi 2000 persone, se non di crederci e di continuare a lavorare come è stato fatto dal 18 luglio ad oggi.

E alla gente di Potenza che ancora ci pensa, dico di provare a essere un po’ più ottimista, perché qualche segnale (anzi, più di uno) che l’aria rispetto all’anno scorso è cambiata c’è ed è apparso evidente già n questo primo mese di lavoro.

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Per cui l’analisi è solo ed esclusivamente legata a una sfida di 90’ nei quali per molto tempo il Potenza ha lasciato l’iniziativa agli avversari ma, ed era quello che più contava, ha lasciato sul match il segno in quel quarto d’ora di fuoco in cui ci sono stati un palo, un gol, un tiro fuori di poco e un’occasione fallita da un metro.

E’ in questo frangente (oltre a quell’incredibile occasione gettata al vento da D’Auria al 1’ della ripresa) che il Potenza ha legittimato il passaggio del turno, iniziando anche a conoscere la sofferenza del doversi difendere, quando gli avversari hanno tenuto il pallino del gioco. Apro una parentesi: ma questa costruzione dal basso? Ne vogliamo parlare? Anche perché prevedo – se l’andazzo è questo – che parecchie domeniche avremo il mal di cuore. Diceva qualcuno che non ricordo chi fosse: “ma so’ ragazzi”.

Il Cerignola ha dimostrato di essere già una squadra a cui manca uno che la mette dentro, il Potenza ha dimostrato di essere sulla strada giusta della costruzione di una identità chiara di gioco. Ma c’è ancora tanto da fare: l’accesso al secondo turno sarà certamente utile per lavorare con serenità e per correggere quelle cose che non sono andate per il verso giusto.

Ma oggettivamente al Potenza non si può chiedere nulla in più rispetto a quanto fatto al debutto, davanti a una cornice di pubblico di quasi 2000 persone, se non di crederci e di continuare a lavorare come è stato fatto dal 18 luglio ad oggi.

E alla gente di Potenza che ancora ci pensa, dico di provare a essere un po’ più ottimista, perché qualche segnale (anzi, più di uno) che l’aria rispetto all’anno scorso è cambiata c’è ed è apparso evidente già n questo primo mese di lavoro.

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E’ in questo frangente (oltre a quell’incredibile occasione gettata al vento da D’Auria al 1’ della ripresa) che il Potenza ha legittimato il passaggio del turno, iniziando anche a conoscere la sofferenza del doversi difendere, quando gli avversari hanno tenuto il pallino del gioco. Apro una parentesi: ma questa costruzione dal basso? Ne vogliamo parlare? Anche perché prevedo – se l’andazzo è questo – che parecchie domeniche avremo il mal di cuore. Diceva qualcuno che non ricordo chi fosse: “ma so’ ragazzi”.

Il Cerignola ha dimostrato di essere già una squadra a cui manca uno che la mette dentro, il Potenza ha dimostrato di essere sulla strada giusta della costruzione di una identità chiara di gioco. Ma c’è ancora tanto da fare: l’accesso al secondo turno sarà certamente utile per lavorare con serenità e per correggere quelle cose che non sono andate per il verso giusto.

Ma oggettivamente al Potenza non si può chiedere nulla in più rispetto a quanto fatto al debutto, davanti a una cornice di pubblico di quasi 2000 persone, se non di crederci e di continuare a lavorare come è stato fatto dal 18 luglio ad oggi.

E alla gente di Potenza che ancora ci pensa, dico di provare a essere un po’ più ottimista, perché qualche segnale (anzi, più di uno) che l’aria rispetto all’anno scorso è cambiata c’è ed è apparso evidente già n questo primo mese di lavoro.

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