mercoledì 16 Ottobre 2024

La pillola del giorno dopo di Alfonso Pecoraro
L

Già per il fatto che mai nella storia il Potenza Calcio Official aveva vinto a Benevento c’è da essere soddisfatti. Se poi si riflette sul modo in cui è venuta fuori la rimonta, allora si può unire anche un briciolo di felicità. E paradossalmente quello che è balzato agli occhi è stato proprio il passo avanti fatto sul piano del gioco, anche se De Giorgio sottolinea che è fondamentale la crescita fisica per fare meglio le cose.

Tra la partita col Cerignola e quella del Vigorito, il Potenza ha calciato in porta forse più che in tutto l’anno passato. La squadra gioca, palleggia, si propone, produce e si diverte. E un’altra sensazione è che chi è escluso inizialmente, quando entra in campo è pronto a ribaltare le attuali gerarchie. Buon per il mister che sa di poter contare su un gruppo sano, in cui la competitività alza certamente il livello.

Nel dettaglio, mi è piaciuta la forza di reazione dopo aver subito un gol dopo appena 20 secondi, in un contesto particolare come quello di Benevento e contro un’avversaria candidata comunque a svolgere un ruolo di primo piano in campionato. Mai in sofferenza e spesso pericoloso in attacco, questo primo Potenza dell’anno dimostra in primis di avere le idee (di gioco) chiare e anche la sfrontatezza di un tecnico che per produrle è disposto anche a rischiare molto.

Peccato che la gara di domenica sera sia stata goduta da pochi, perché è stata un bel vedere, e perché è stata una risposta a quegli scettici che pretendono chissà quali investimenti e chissà quali nomi di calciatori (che in gran parte nemmeno conoscono) destinati a far vincere le partite.

Ma si sa: è sempre questione di fiducia: o ce l’hai o non ce l’hai. E da questo punto di vista, nell’ambiente del tifo rossoblù, ancora si deve crescere molto. Però, vuoi mettere il vantaggio che ti dà una squadra che gioca a viso aperto e non crolla nemmeno se becca un gollonzo (come diceva la Gialappa’s Band) dopo venti secondi, rispetto a una che appariva già rassegnata e con la faccia da funerale fin da quando usciva dagli spogliatoi?
Equilibrio però: è quello che è mancato ultimamente a Potenza. Anche se, a dire il vero, di eventi per esaltarsi ne sono capitati pochini. Bisogna mantenere i piedi per terra perché questo è solo l’inizio di un percorso. E far sentire un po’ più di fiducia complessiva a questi ragazzi, e a questa società, non potrà che migliorare le cose.


PS. Aveva ragione Capuano: “Guardiola, con queste costruzione dal basso, ha rovinato il calcio”. Ma mi sa di aver capito che quest’anno ci dobbiamo mettere l’animo in pace e sperare che le coronarie reggano bene.

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Già per il fatto che mai nella storia il Potenza Calcio Official aveva vinto a Benevento c’è da essere soddisfatti. Se poi si riflette sul modo in cui è venuta fuori la rimonta, allora si può unire anche un briciolo di felicità. E paradossalmente quello che è balzato agli occhi è stato proprio il passo avanti fatto sul piano del gioco, anche se De Giorgio sottolinea che è fondamentale la crescita fisica per fare meglio le cose.

Tra la partita col Cerignola e quella del Vigorito, il Potenza ha calciato in porta forse più che in tutto l’anno passato. La squadra gioca, palleggia, si propone, produce e si diverte. E un’altra sensazione è che chi è escluso inizialmente, quando entra in campo è pronto a ribaltare le attuali gerarchie. Buon per il mister che sa di poter contare su un gruppo sano, in cui la competitività alza certamente il livello.

Nel dettaglio, mi è piaciuta la forza di reazione dopo aver subito un gol dopo appena 20 secondi, in un contesto particolare come quello di Benevento e contro un’avversaria candidata comunque a svolgere un ruolo di primo piano in campionato. Mai in sofferenza e spesso pericoloso in attacco, questo primo Potenza dell’anno dimostra in primis di avere le idee (di gioco) chiare e anche la sfrontatezza di un tecnico che per produrle è disposto anche a rischiare molto.

Peccato che la gara di domenica sera sia stata goduta da pochi, perché è stata un bel vedere, e perché è stata una risposta a quegli scettici che pretendono chissà quali investimenti e chissà quali nomi di calciatori (che in gran parte nemmeno conoscono) destinati a far vincere le partite.

Ma si sa: è sempre questione di fiducia: o ce l’hai o non ce l’hai. E da questo punto di vista, nell’ambiente del tifo rossoblù, ancora si deve crescere molto. Però, vuoi mettere il vantaggio che ti dà una squadra che gioca a viso aperto e non crolla nemmeno se becca un gollonzo (come diceva la Gialappa’s Band) dopo venti secondi, rispetto a una che appariva già rassegnata e con la faccia da funerale fin da quando usciva dagli spogliatoi?
Equilibrio però: è quello che è mancato ultimamente a Potenza. Anche se, a dire il vero, di eventi per esaltarsi ne sono capitati pochini. Bisogna mantenere i piedi per terra perché questo è solo l’inizio di un percorso. E far sentire un po’ più di fiducia complessiva a questi ragazzi, e a questa società, non potrà che migliorare le cose.


PS. Aveva ragione Capuano: “Guardiola, con queste costruzione dal basso, ha rovinato il calcio”. Ma mi sa di aver capito che quest’anno ci dobbiamo mettere l’animo in pace e sperare che le coronarie reggano bene.

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Tra la partita col Cerignola e quella del Vigorito, il Potenza ha calciato in porta forse più che in tutto l’anno passato. La squadra gioca, palleggia, si propone, produce e si diverte. E un’altra sensazione è che chi è escluso inizialmente, quando entra in campo è pronto a ribaltare le attuali gerarchie. Buon per il mister che sa di poter contare su un gruppo sano, in cui la competitività alza certamente il livello.

Nel dettaglio, mi è piaciuta la forza di reazione dopo aver subito un gol dopo appena 20 secondi, in un contesto particolare come quello di Benevento e contro un’avversaria candidata comunque a svolgere un ruolo di primo piano in campionato. Mai in sofferenza e spesso pericoloso in attacco, questo primo Potenza dell’anno dimostra in primis di avere le idee (di gioco) chiare e anche la sfrontatezza di un tecnico che per produrle è disposto anche a rischiare molto.

Peccato che la gara di domenica sera sia stata goduta da pochi, perché è stata un bel vedere, e perché è stata una risposta a quegli scettici che pretendono chissà quali investimenti e chissà quali nomi di calciatori (che in gran parte nemmeno conoscono) destinati a far vincere le partite.

Ma si sa: è sempre questione di fiducia: o ce l’hai o non ce l’hai. E da questo punto di vista, nell’ambiente del tifo rossoblù, ancora si deve crescere molto. Però, vuoi mettere il vantaggio che ti dà una squadra che gioca a viso aperto e non crolla nemmeno se becca un gollonzo (come diceva la Gialappa’s Band) dopo venti secondi, rispetto a una che appariva già rassegnata e con la faccia da funerale fin da quando usciva dagli spogliatoi?
Equilibrio però: è quello che è mancato ultimamente a Potenza. Anche se, a dire il vero, di eventi per esaltarsi ne sono capitati pochini. Bisogna mantenere i piedi per terra perché questo è solo l’inizio di un percorso. E far sentire un po’ più di fiducia complessiva a questi ragazzi, e a questa società, non potrà che migliorare le cose.


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