mercoledì 16 Ottobre 2024

IMPRESSIONI di SETTEMBRE
I

È il titolo di quella che è stata definita una delle più belle canzoni italiane di sempre. Era considerato un inno alla speranza ed al cambiamento. Le mie impressioni di settembre riguardano altro e non avranno lo stesso successo del testo di Mogol e della interpretazione della PFM. Ma quando si parla del Potenza, almeno da queste parti, si parla di cose importanti.

Il metodo De Giorgio, corroborato dalla regia del DS De Vito, sembra poter funzionare. Sembra essere una squadra con ancora grandi capacità di miglioramento, che anche visivamente agisce e reagisce da squadra, con interpreti capaci di lotta e sacrificio. Hanno ancora bisogno di un po’ di tempo ma la strada intrapresa sembra essere quella giusta. Ho usato il ‘sembra’ non per scarsa fiducia nei confronti di chicchessia  ma solo per eccesso di cautela. La prova dello ‘stregone’ sarà tassello importante per questo cammino e, contestualmente,  per il taccuino del mister.

Personalmente credo che la chiave di volta o di svolta di questa squadra sia ‘lì nel mezzo’, nei tre chiamati a regolare gli equilibri delle nostre fasi di gioco. Ho osservato con attenzione le partite dei rossoblù e molte di quelle che si sono giocate in queste due prime giornate.

Siamo andati in difficoltà solo quando ‘quei tre’ perdevano il tempo e lo spazio di gioco (i primi 30 minuti con la Turris ne sono prova direi quasi inconfutabile). Quando invece girano di giustezza e, soprattutto, di concentrazione, poi la musica cambia, e di molto. E attualmente non mi è parso di vedere nulla di trascendentale nel girone, ad eccezione del Picerno.

Non siamo più nel tempo in cui ‘una squadra perfetta deve avere un portiere che para tutto, un assassino in difesa, un genio a centrocampo, un ‘mona’ che segna e sette asini che corrono (Nereo Rocco)’. C’è invece tempo per poter migliorare. Streghe permettendo.

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È il titolo di quella che è stata definita una delle più belle canzoni italiane di sempre. Era considerato un inno alla speranza ed al cambiamento. Le mie impressioni di settembre riguardano altro e non avranno lo stesso successo del testo di Mogol e della interpretazione della PFM. Ma quando si parla del Potenza, almeno da queste parti, si parla di cose importanti.

Il metodo De Giorgio, corroborato dalla regia del DS De Vito, sembra poter funzionare. Sembra essere una squadra con ancora grandi capacità di miglioramento, che anche visivamente agisce e reagisce da squadra, con interpreti capaci di lotta e sacrificio. Hanno ancora bisogno di un po’ di tempo ma la strada intrapresa sembra essere quella giusta. Ho usato il ‘sembra’ non per scarsa fiducia nei confronti di chicchessia  ma solo per eccesso di cautela. La prova dello ‘stregone’ sarà tassello importante per questo cammino e, contestualmente,  per il taccuino del mister.

Personalmente credo che la chiave di volta o di svolta di questa squadra sia ‘lì nel mezzo’, nei tre chiamati a regolare gli equilibri delle nostre fasi di gioco. Ho osservato con attenzione le partite dei rossoblù e molte di quelle che si sono giocate in queste due prime giornate.

Siamo andati in difficoltà solo quando ‘quei tre’ perdevano il tempo e lo spazio di gioco (i primi 30 minuti con la Turris ne sono prova direi quasi inconfutabile). Quando invece girano di giustezza e, soprattutto, di concentrazione, poi la musica cambia, e di molto. E attualmente non mi è parso di vedere nulla di trascendentale nel girone, ad eccezione del Picerno.

Non siamo più nel tempo in cui ‘una squadra perfetta deve avere un portiere che para tutto, un assassino in difesa, un genio a centrocampo, un ‘mona’ che segna e sette asini che corrono (Nereo Rocco)’. C’è invece tempo per poter migliorare. Streghe permettendo.

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Il metodo De Giorgio, corroborato dalla regia del DS De Vito, sembra poter funzionare. Sembra essere una squadra con ancora grandi capacità di miglioramento, che anche visivamente agisce e reagisce da squadra, con interpreti capaci di lotta e sacrificio. Hanno ancora bisogno di un po’ di tempo ma la strada intrapresa sembra essere quella giusta. Ho usato il ‘sembra’ non per scarsa fiducia nei confronti di chicchessia  ma solo per eccesso di cautela. La prova dello ‘stregone’ sarà tassello importante per questo cammino e, contestualmente,  per il taccuino del mister.

Personalmente credo che la chiave di volta o di svolta di questa squadra sia ‘lì nel mezzo’, nei tre chiamati a regolare gli equilibri delle nostre fasi di gioco. Ho osservato con attenzione le partite dei rossoblù e molte di quelle che si sono giocate in queste due prime giornate.

Siamo andati in difficoltà solo quando ‘quei tre’ perdevano il tempo e lo spazio di gioco (i primi 30 minuti con la Turris ne sono prova direi quasi inconfutabile). Quando invece girano di giustezza e, soprattutto, di concentrazione, poi la musica cambia, e di molto. E attualmente non mi è parso di vedere nulla di trascendentale nel girone, ad eccezione del Picerno.

Non siamo più nel tempo in cui ‘una squadra perfetta deve avere un portiere che para tutto, un assassino in difesa, un genio a centrocampo, un ‘mona’ che segna e sette asini che corrono (Nereo Rocco)’. C’è invece tempo per poter migliorare. Streghe permettendo.

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