mercoledì 16 Ottobre 2024

La pillola del giorno dopo di Alfonso Pecoraro
L

L’analisi del giorno dopo, non può non partire dalla fine: voglio guardare al bicchiere mezzo pieno e dimenticare in un attimo che al 2’ della ripresa eravamo sotto 3-1 (dopo aver perso 5-1 col Trapani, sarebbe stata una tragedia), abbiamo preso un punto e sfiorato la clamorosa rimonta, abbiamo 11 punti in classifica e se quella frustata di D’Auria al 95’ fosse entrata, eravamo qui a goderci per 24 ore il primato in classifica.

Ma si può tacere dinanzi al fatto che prendiamo una messe di gol con una continuità da fare spavento, rispetto ai precedenti due anni? No.

Rischiamo di andare sotto anche dal rinvio dal fondo del portiere, anche se gli avversari girano al largo e si limitano al primo cross al 18’, senza avere mai superato la metà campo fino ad allora. Siamo un disastro, difensivamente parlando, al quale anche il lavoro di ore e ore quotidiano dello staff tecnico non riesce a porre rimedio. Si mettono insieme errori di reparto e quaglie individuali in un mix perfetto di mediocrità che può essere superato solo ed esclusivamente in un modo: cambiando modi e interpreti, in attesa di interventi drastici sul mercato. Il mister continuerà a proporre questa benedetta costruzione dal basso (ieri le prime due reti del Crotone sono arrivate proprio da due errati passaggi verso i centrocampisti) con calciatori che oggettivamente non lo possono fare. Se ne continuerà ad assumere i rischi perché per lui da lì nasce l’azione offensiva, ma resta il dato oggettivo dei due gol subiti a partita, degli 8 in due di fila in casa, in quel Viviani che è sempre stato un fortino e nel quale con difficoltà si arrivava a offendere il portiere, perché prima qualcuno ti aveva come minimo azzannato le caviglie. Ma alla lunga, in questa Serie C diventa troppo rischioso.

E’ dal mese di luglio che lo ripeto e l’ho detto e stradetto, l’ho scritto nell’ultima pillola e lo ripeterò come un mantra, fino a quando non si porrà rimedio: bisognava iniziare a ricostruire la squadra dei 97 gol subiti dalla difesa. E così non è stato. E così staremo almeno fino a gennaio. 14 reti in sette partite mi faranno vivere ogni partita con un patema d’animo.

Il rovescio della medaglia è che questa volta De Giorgio ha detto bene: è stato il migliore Potenza visto finora. Per cuore, intensità, occasioni prodotte, per approccio (ottimi i primi 18 minuti), tiri, dinamicità, correzione delle scelte, cambi dalla panchina. Innegabile dire che ci siamo divertiti, ma anche che abbiamo perso un’occasione per gli evidenti limiti di cui sopra.

Ci viene sempre chiesto di avere equilibrio, di non esaltarsi e di non deprimersi a seconda del risultato. E’ troppo chiedere che questo equilibrio sia anche garantito dalla squadra? Divertirsi sì, ma anche essere concreti, che se arrivano gli 1-0 al 90’ su autorete del portiere dopo una partita brutta, siamo sicuri, che i tifosi e i giornalisti si divertono ugualmente.  

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L’analisi del giorno dopo, non può non partire dalla fine: voglio guardare al bicchiere mezzo pieno e dimenticare in un attimo che al 2’ della ripresa eravamo sotto 3-1 (dopo aver perso 5-1 col Trapani, sarebbe stata una tragedia), abbiamo preso un punto e sfiorato la clamorosa rimonta, abbiamo 11 punti in classifica e se quella frustata di D’Auria al 95’ fosse entrata, eravamo qui a goderci per 24 ore il primato in classifica.

Ma si può tacere dinanzi al fatto che prendiamo una messe di gol con una continuità da fare spavento, rispetto ai precedenti due anni? No.

Rischiamo di andare sotto anche dal rinvio dal fondo del portiere, anche se gli avversari girano al largo e si limitano al primo cross al 18’, senza avere mai superato la metà campo fino ad allora. Siamo un disastro, difensivamente parlando, al quale anche il lavoro di ore e ore quotidiano dello staff tecnico non riesce a porre rimedio. Si mettono insieme errori di reparto e quaglie individuali in un mix perfetto di mediocrità che può essere superato solo ed esclusivamente in un modo: cambiando modi e interpreti, in attesa di interventi drastici sul mercato. Il mister continuerà a proporre questa benedetta costruzione dal basso (ieri le prime due reti del Crotone sono arrivate proprio da due errati passaggi verso i centrocampisti) con calciatori che oggettivamente non lo possono fare. Se ne continuerà ad assumere i rischi perché per lui da lì nasce l’azione offensiva, ma resta il dato oggettivo dei due gol subiti a partita, degli 8 in due di fila in casa, in quel Viviani che è sempre stato un fortino e nel quale con difficoltà si arrivava a offendere il portiere, perché prima qualcuno ti aveva come minimo azzannato le caviglie. Ma alla lunga, in questa Serie C diventa troppo rischioso.

E’ dal mese di luglio che lo ripeto e l’ho detto e stradetto, l’ho scritto nell’ultima pillola e lo ripeterò come un mantra, fino a quando non si porrà rimedio: bisognava iniziare a ricostruire la squadra dei 97 gol subiti dalla difesa. E così non è stato. E così staremo almeno fino a gennaio. 14 reti in sette partite mi faranno vivere ogni partita con un patema d’animo.

Il rovescio della medaglia è che questa volta De Giorgio ha detto bene: è stato il migliore Potenza visto finora. Per cuore, intensità, occasioni prodotte, per approccio (ottimi i primi 18 minuti), tiri, dinamicità, correzione delle scelte, cambi dalla panchina. Innegabile dire che ci siamo divertiti, ma anche che abbiamo perso un’occasione per gli evidenti limiti di cui sopra.

Ci viene sempre chiesto di avere equilibrio, di non esaltarsi e di non deprimersi a seconda del risultato. E’ troppo chiedere che questo equilibrio sia anche garantito dalla squadra? Divertirsi sì, ma anche essere concreti, che se arrivano gli 1-0 al 90’ su autorete del portiere dopo una partita brutta, siamo sicuri, che i tifosi e i giornalisti si divertono ugualmente.  

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Ma si può tacere dinanzi al fatto che prendiamo una messe di gol con una continuità da fare spavento, rispetto ai precedenti due anni? No.

Rischiamo di andare sotto anche dal rinvio dal fondo del portiere, anche se gli avversari girano al largo e si limitano al primo cross al 18’, senza avere mai superato la metà campo fino ad allora. Siamo un disastro, difensivamente parlando, al quale anche il lavoro di ore e ore quotidiano dello staff tecnico non riesce a porre rimedio. Si mettono insieme errori di reparto e quaglie individuali in un mix perfetto di mediocrità che può essere superato solo ed esclusivamente in un modo: cambiando modi e interpreti, in attesa di interventi drastici sul mercato. Il mister continuerà a proporre questa benedetta costruzione dal basso (ieri le prime due reti del Crotone sono arrivate proprio da due errati passaggi verso i centrocampisti) con calciatori che oggettivamente non lo possono fare. Se ne continuerà ad assumere i rischi perché per lui da lì nasce l’azione offensiva, ma resta il dato oggettivo dei due gol subiti a partita, degli 8 in due di fila in casa, in quel Viviani che è sempre stato un fortino e nel quale con difficoltà si arrivava a offendere il portiere, perché prima qualcuno ti aveva come minimo azzannato le caviglie. Ma alla lunga, in questa Serie C diventa troppo rischioso.

E’ dal mese di luglio che lo ripeto e l’ho detto e stradetto, l’ho scritto nell’ultima pillola e lo ripeterò come un mantra, fino a quando non si porrà rimedio: bisognava iniziare a ricostruire la squadra dei 97 gol subiti dalla difesa. E così non è stato. E così staremo almeno fino a gennaio. 14 reti in sette partite mi faranno vivere ogni partita con un patema d’animo.

Il rovescio della medaglia è che questa volta De Giorgio ha detto bene: è stato il migliore Potenza visto finora. Per cuore, intensità, occasioni prodotte, per approccio (ottimi i primi 18 minuti), tiri, dinamicità, correzione delle scelte, cambi dalla panchina. Innegabile dire che ci siamo divertiti, ma anche che abbiamo perso un’occasione per gli evidenti limiti di cui sopra.

Ci viene sempre chiesto di avere equilibrio, di non esaltarsi e di non deprimersi a seconda del risultato. E’ troppo chiedere che questo equilibrio sia anche garantito dalla squadra? Divertirsi sì, ma anche essere concreti, che se arrivano gli 1-0 al 90’ su autorete del portiere dopo una partita brutta, siamo sicuri, che i tifosi e i giornalisti si divertono ugualmente.  

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