martedì 14 Maggio 2024
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“Vi racconto Donato Macchia ai tempi della Vultur”
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Un tuffo nel passato a 23 anni fa

L’unica esperienza di Donato Macchia nel mondo del calcio risale a 23 anni circa, quando decise di entrare a far parte del progetto Vultur Rionero in Eccellenza lucana. I bianconeri persero il campionato di un solo punto, con il Ferrandina che arrivò in Serie D. Quello che Macchia ha ricordato in conferenza stampa di quell’avventura e di quel suo primo approccio con il mondo del calcio è stata la ferrea volontà di puntare sui giovani, un fil rouge che accomunerà quella Vultur al Potenza che sta per nascere. Un team di giovani che dovrà mettersi in evidenza partendo dal tecnico, un profilo alla prima esperienza nel calcio dei grandi. Abbiamo rintracciato telefonicamente l’avvocato Vincenzo Solenne (nominato da Macchia in conferenza), venosino ma milanese d’adozione e tra gli elementi più interessanti di quella squadra insieme al più celebre Tommaso Marolda (che oggi fa l’allenatore ed ha seguito Cornacchini a Bari) e Rocco Perrotta (preparatore atletico nello staff di Andreazzoli ad Empoli).

“E’ stato emozionante – spiega Solenne – per me essere nominato e ricordato dal presidente Macchia. Ne approfitto per salutarlo, augurando il meglio a lui e al Potenza che seguo a distanza con grandissimo interesse”. Ma un ricordo del Macchia presidente ci sarà ?: “Aveva una caratteristica che ha conservato ancora oggi e che traspare dai suoi interventi, quella di credere sempre nel suo lavoro. A Rionero tutti ci davano per spacciati e retrocessi dopo le prime cinque partite, eppure sfiorammo la promozione a fine campionato. E’ sempre stato un’ottimista e vedo che ha iniziato con lo spirito giusto”. La sua storia è particolare: “A 17 anni vivevo a Milano, ma decisi di tornare a Venosa per giocare, nonostante fossi di proprietà dell’Enotria e avessi i miei genitori al Nord. Mi convinse Tommaso Lotumolo allenatore di quella squadra. Puntualmente, il presidente Macchia mi incoraggiava e mi chiedeva come stessi proprio per la mia “solitudine”. L’anno dopo andai insieme a Marolda in D al Trento. Successivamente ho dato priorità ai miei studi in giurisprudenza e ho sempre giocato tra i dilettanti in Lombardia. Attualmente ho aperto uno studio legale a Milano dedicandomi interamente al lavoro”.

AUGURIO AL NUOVO POTENZA “Mi auguro che si crei una società forte e che il presidente si circondi di persone competenti. Giusta e sempre attuale è la politica di puntare sui giovani, in Europa questo accade già da molti anni ed è giusto che lo stesso accada in Italia partendo dalle categorie minori”.

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L’unica esperienza di Donato Macchia nel mondo del calcio risale a 23 anni circa, quando decise di entrare a far parte del progetto Vultur Rionero in Eccellenza lucana. I bianconeri persero il campionato di un solo punto, con il Ferrandina che arrivò in Serie D. Quello che Macchia ha ricordato in conferenza stampa di quell’avventura e di quel suo primo approccio con il mondo del calcio è stata la ferrea volontà di puntare sui giovani, un fil rouge che accomunerà quella Vultur al Potenza che sta per nascere. Un team di giovani che dovrà mettersi in evidenza partendo dal tecnico, un profilo alla prima esperienza nel calcio dei grandi. Abbiamo rintracciato telefonicamente l’avvocato Vincenzo Solenne (nominato da Macchia in conferenza), venosino ma milanese d’adozione e tra gli elementi più interessanti di quella squadra insieme al più celebre Tommaso Marolda (che oggi fa l’allenatore ed ha seguito Cornacchini a Bari) e Rocco Perrotta (preparatore atletico nello staff di Andreazzoli ad Empoli).

“E’ stato emozionante – spiega Solenne – per me essere nominato e ricordato dal presidente Macchia. Ne approfitto per salutarlo, augurando il meglio a lui e al Potenza che seguo a distanza con grandissimo interesse”. Ma un ricordo del Macchia presidente ci sarà ?: “Aveva una caratteristica che ha conservato ancora oggi e che traspare dai suoi interventi, quella di credere sempre nel suo lavoro. A Rionero tutti ci davano per spacciati e retrocessi dopo le prime cinque partite, eppure sfiorammo la promozione a fine campionato. E’ sempre stato un’ottimista e vedo che ha iniziato con lo spirito giusto”. La sua storia è particolare: “A 17 anni vivevo a Milano, ma decisi di tornare a Venosa per giocare, nonostante fossi di proprietà dell’Enotria e avessi i miei genitori al Nord. Mi convinse Tommaso Lotumolo allenatore di quella squadra. Puntualmente, il presidente Macchia mi incoraggiava e mi chiedeva come stessi proprio per la mia “solitudine”. L’anno dopo andai insieme a Marolda in D al Trento. Successivamente ho dato priorità ai miei studi in giurisprudenza e ho sempre giocato tra i dilettanti in Lombardia. Attualmente ho aperto uno studio legale a Milano dedicandomi interamente al lavoro”.

AUGURIO AL NUOVO POTENZA “Mi auguro che si crei una società forte e che il presidente si circondi di persone competenti. Giusta e sempre attuale è la politica di puntare sui giovani, in Europa questo accade già da molti anni ed è giusto che lo stesso accada in Italia partendo dalle categorie minori”.

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“E’ stato emozionante – spiega Solenne – per me essere nominato e ricordato dal presidente Macchia. Ne approfitto per salutarlo, augurando il meglio a lui e al Potenza che seguo a distanza con grandissimo interesse”. Ma un ricordo del Macchia presidente ci sarà ?: “Aveva una caratteristica che ha conservato ancora oggi e che traspare dai suoi interventi, quella di credere sempre nel suo lavoro. A Rionero tutti ci davano per spacciati e retrocessi dopo le prime cinque partite, eppure sfiorammo la promozione a fine campionato. E’ sempre stato un’ottimista e vedo che ha iniziato con lo spirito giusto”. La sua storia è particolare: “A 17 anni vivevo a Milano, ma decisi di tornare a Venosa per giocare, nonostante fossi di proprietà dell’Enotria e avessi i miei genitori al Nord. Mi convinse Tommaso Lotumolo allenatore di quella squadra. Puntualmente, il presidente Macchia mi incoraggiava e mi chiedeva come stessi proprio per la mia “solitudine”. L’anno dopo andai insieme a Marolda in D al Trento. Successivamente ho dato priorità ai miei studi in giurisprudenza e ho sempre giocato tra i dilettanti in Lombardia. Attualmente ho aperto uno studio legale a Milano dedicandomi interamente al lavoro”.

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