venerdì 17 Maggio 2024
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“La Pillola” post Potenza🆚Picerno

DI ALFONSO PECORARO

No, no. Io nel tranello non ci cado. Quota 40, i playoff solo a 42, con la prospettiva di giocare ancora con Cerignola (che ha lo stesso obiettivo), Foggia e Crotone (che sono lì). No, no. Io mi accontento di risvegliarmi con quel pizzico di buonumore che quel numeretto (40) mi ha infuso nell’animo e che vuol dire al 99,9 per cento Potenza Calcio Official in salvo.

Ci sono state diverse occasioni in cui mi sono spaventato, non perché non credessi nel valore della squadra. Anzi, molto spesso ho dovuto anche litigare con gli amici-tifosi perché, a loro dire, difendevo troppo le scelte che erano state sbagliate. Mi sono spaventato per l’incostanza delle prestazioni, per l’incompiutezza delle giocate, per l’infruttuosità del contributo degli allenatori, per l’inconsistenza del rendimento di qualcuno che era per me fondamentale e che invece si è rivelato un flop. Squadra costruita per il vertice, costretta a barcamenarsi nel fango della classifica. La storia del calcio è piena di clamorosi fallimenti. Ho temuto.

Ed ancora di più ho pensato anche al peggio se non avessimo battuto il Picerno. Perché, magari con negli occhi i buoni pari con Casertana, Avellino e Catania, con il pensiero che questa squadra avrebbe saputo fare anche bene, ci era sfuggito il particolare che nelle ultime 10 giornate avevamo fatto solo 1 vittoria e 5 pareggi. E questi sono numeri da far tremare. Ed ho tremato.

Ma oggi decisamente no: e quel 40 (che negli anni scorsi significava automaticamente salvezza, ma quest’anno ancora non basta) mi fa stare un po’ più sereno.

Ma, ribadisco, proprio per quello che ho elencato prima e per i continui e costanti sbalzi in classifica, no. Non ci casco nel tranello di pensare che con una serie positiva torniamo nei playoff e non finiamo la stagione il 27 aprile. Non ci casco nel tranello di una squadra che si sblocca psicologicamente, proprio come l’anno scorso, e ci andiamo a divertire. No, no.

Oggi dico: salvezza e tutti a casa un mese prima, così abbiamo più tempo per capire dove abbiamo sbagliato, da dove dobbiamo ripartire e cosa dobbiamo riprogrammare.

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No, no. Io nel tranello non ci cado. Quota 40, i playoff solo a 42, con la prospettiva di giocare ancora con Cerignola (che ha lo stesso obiettivo), Foggia e Crotone (che sono lì). No, no. Io mi accontento di risvegliarmi con quel pizzico di buonumore che quel numeretto (40) mi ha infuso nell’animo e che vuol dire al 99,9 per cento Potenza Calcio Official in salvo.

Ci sono state diverse occasioni in cui mi sono spaventato, non perché non credessi nel valore della squadra. Anzi, molto spesso ho dovuto anche litigare con gli amici-tifosi perché, a loro dire, difendevo troppo le scelte che erano state sbagliate. Mi sono spaventato per l’incostanza delle prestazioni, per l’incompiutezza delle giocate, per l’infruttuosità del contributo degli allenatori, per l’inconsistenza del rendimento di qualcuno che era per me fondamentale e che invece si è rivelato un flop. Squadra costruita per il vertice, costretta a barcamenarsi nel fango della classifica. La storia del calcio è piena di clamorosi fallimenti. Ho temuto.

Ed ancora di più ho pensato anche al peggio se non avessimo battuto il Picerno. Perché, magari con negli occhi i buoni pari con Casertana, Avellino e Catania, con il pensiero che questa squadra avrebbe saputo fare anche bene, ci era sfuggito il particolare che nelle ultime 10 giornate avevamo fatto solo 1 vittoria e 5 pareggi. E questi sono numeri da far tremare. Ed ho tremato.

Ma oggi decisamente no: e quel 40 (che negli anni scorsi significava automaticamente salvezza, ma quest’anno ancora non basta) mi fa stare un po’ più sereno.

Ma, ribadisco, proprio per quello che ho elencato prima e per i continui e costanti sbalzi in classifica, no. Non ci casco nel tranello di pensare che con una serie positiva torniamo nei playoff e non finiamo la stagione il 27 aprile. Non ci casco nel tranello di una squadra che si sblocca psicologicamente, proprio come l’anno scorso, e ci andiamo a divertire. No, no.

Oggi dico: salvezza e tutti a casa un mese prima, così abbiamo più tempo per capire dove abbiamo sbagliato, da dove dobbiamo ripartire e cosa dobbiamo riprogrammare.

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Ci sono state diverse occasioni in cui mi sono spaventato, non perché non credessi nel valore della squadra. Anzi, molto spesso ho dovuto anche litigare con gli amici-tifosi perché, a loro dire, difendevo troppo le scelte che erano state sbagliate. Mi sono spaventato per l’incostanza delle prestazioni, per l’incompiutezza delle giocate, per l’infruttuosità del contributo degli allenatori, per l’inconsistenza del rendimento di qualcuno che era per me fondamentale e che invece si è rivelato un flop. Squadra costruita per il vertice, costretta a barcamenarsi nel fango della classifica. La storia del calcio è piena di clamorosi fallimenti. Ho temuto.

Ed ancora di più ho pensato anche al peggio se non avessimo battuto il Picerno. Perché, magari con negli occhi i buoni pari con Casertana, Avellino e Catania, con il pensiero che questa squadra avrebbe saputo fare anche bene, ci era sfuggito il particolare che nelle ultime 10 giornate avevamo fatto solo 1 vittoria e 5 pareggi. E questi sono numeri da far tremare. Ed ho tremato.

Ma oggi decisamente no: e quel 40 (che negli anni scorsi significava automaticamente salvezza, ma quest’anno ancora non basta) mi fa stare un po’ più sereno.

Ma, ribadisco, proprio per quello che ho elencato prima e per i continui e costanti sbalzi in classifica, no. Non ci casco nel tranello di pensare che con una serie positiva torniamo nei playoff e non finiamo la stagione il 27 aprile. Non ci casco nel tranello di una squadra che si sblocca psicologicamente, proprio come l’anno scorso, e ci andiamo a divertire. No, no.

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