Alla vigilia De Giorgio si aspettava risposte importanti dalla sfida del Viviani contro la corazzata Avellino. Voleva capire, dopo la partita, se il Potenza avrebbe superato questa prova importante contro un’altra grande del campionato nel senso di aver raggiunto una piena maturità per misurarsi ad armi pari con le formazioni dell’alta classifica di cui l’Avellino fa parte a pieno titolo e cercava un ulteriore step di progressi sul piano della personalità e della capacità di stare in campo senza subire la superiorità degli avversari come era successo a Benevento e a tratti con il Trapani. Alla fine dei 96 minuti contro l’Avellino prova superata ampiamente per la felicità di De Giorgio molto soddisfatto della prestazione di tutta la sua squadra.
OTTIMA GESTIONE DELLA GARA
Il Potenza ha giocato veramente ad armi pari contro i campani e lo ha fatto molto bene in tutte le zone del campo e in tutte e due le fasi del gioco. Costruendo gioco sempre dal basso e cercando imbucate sia centralmente che sulle corsie laterali. E lo diciamo con convinzione perchè di fronte aveva un avversario completamente diverso da quello disastroso delle prime giornate e che è venuto al Viviani per un solo obiettivo: conquistare i tre punti ed accorciare le distanze nei confronti del Benevento. In sintesi anche il Potenza può stare con pieno diritto nel novero delle migliori del girone perché ha ancora margini di miglioramento e gioca un ottimo calcio. E in più la conferma che il rapporto qualità più che buona e costi contenuti ha dato ragione alla programmazione approntata per questa stagione.
DIFESA MOLTO ATTENTA E REATTIVA
Aver mantenuto la porta inviolata contro una simile batteria di attaccanti senza mettere il pullman davanti alla porta ma organizzando una fase difensiva molto organizzata e partecipata da tutti i giocatori in campo, è un’altra nota di merito per De Giorgio e chi, dall’inizio o entrando a gara in corso, ha giocato contro l’Avellino. Che ha avuto una paio di ghiotte opportunità con Patierno che sono addebitabili più ai meriti degli avversari per averle create piuttosto che ai demeriti dei difensori del Potenza.
GLI INFORTUNI
Semmai un po’ di rammarico per non avere avuto ieri la disponibilità totale di tutto il gruppo a causa dei recenti infortuni che hanno colpito diversi giocatori ieri ritornati ad essere disponibili ma senza avere grande minutaggio di impiego. Ciò ha impedito che la squadra potesse usufruire di un contributo più consistente nell’economia del gioco e delle sostituzioni. Caturano e Burgio in campo dall’inizio ma non al meglio dopo tre gare saltate, Castorani in panchina ma praticamente inutilizzabile, Ghisolfi, Rossetti e Milesi anch’essi con pochi allenamenti nelle gambe. Di fronte a tanto avversario, Il Potenza non è stato passivo per niente e le sue buone opportunità se l’è anche costruite ma senza concretizzarle. Per capire i meriti del Potenza e di De Giorgio basta ricordare che l’Avellino, con le sostituzioni, ha messo in campo Tribuzzi, Armellino, Rigione, Gori che sarebbero titolari in tutte le squadre del girone e che sono tra i migliori interpreti della categoria. Mente il Potenza ha mandato dentro un 2005, Vilardi, un 2003, Selleri e un 2002 Ghisolfi che hanno svolto bene il loro compito e hanno avuto, i primi due, anche la chance di far male al portiere dei campani. E’ significativo l’episodio raccontato da De Giorgio a fine gara che nello spogliatoio nessuno parlava come se si fosse perso. Invece erano molto delusi per non averla vinta. Un altro esempio della voglia di continuare a migliorare da parte di tutti.